Energico e rabbioso, un esordio perfezionabile ma promettente.
“Andate in fuga verso il confine”, che questa è una nazione “dove ci si scandalizza di chi parla di sesso e non di chi va a puttane” e “si sente il vento solo dai tubi di scappamento” e “la realtà è dura, la realtà è cruda, fino a scorticarmi la vita, fino a farmi pensare che è finita”. Un breve riassunto per dare l'idea degli stati d'animo da cui nasce, e che ispira nell'ascoltatore, questo ep: rabbia, amarezza, disillusione, e zero voglia di scherzarci su. La voce di Alessandro Brancati vomita con livore a volte troppo ostentato ma sicuramente sincero i suoi testi carichi (troppo: una limatura e un po' più di attenzione alla metrica non guasterebbero) e impetuosi. Impetuosi quanto la musica che però, rispetto alle liriche, appare più pensata e curata, un alternative rock alla Ministri, metallico ma con un tiro radiofonico, con incursioni nella teatralità capovilliana (“La mia ricerca della felicità”) e anche qualche accenno di psichedelia. Una creatura sicuramente migliorabile, soprattutto sul versante dei testi e dell'interpretazione, ma non “un aborto venuto male”, anzi.
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La recensione In fuga verso il confine [ep] di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-24 00:00:00
COMMENTI (1)
li sono andati a vedere al Covo di Bologna un po' di tempo fa, bel concerto, era pieno di gente, veramente bravi!!