Verdecane Essevipare 2013 - Folk, Blues, Pop rock

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Tra blues, Balcani, swing e un pelino di jazz. I Verdecane si innamorano di tutto.

Si innamorano di tutto. Amano il blues elettrico e non disprezzano lo swing, prendono spunti dalla scuola cantautorale, sconfinano in direzione ex cortina di ferro, vanno a lezione di jazz che nella vita tutto può tornare utile. Forse i Verdecane non hanno ancora deciso cosa fare da grandi ma per quale cavolo di motivo dobbiamo sempre finire a districarci all’interno di qualche odiosa categoria? “Essevipare” sarà un disco disomogeneo, e chi lo nega, che va a parare in qualsiasi pertugio, l’importante è che sia aperto, che salta qua e là ma senza far male a nessuno. Sembrano un po’ la Bandabardò i ragazzi bresciani, ma anche la più classica delle pub rock band (le cui eroiche gesta notturne sono descritte con ironia in “Non si arriva mai”), senza per questo nascondere i legami con Goran Bregovic (omaggiato nel testo di “Emir”, già, il nome di Kustirica, così, giusto per chiudere il cerchio). E poi tra questa mezz’ora abbondante di musica c’è il tempo per imbastire qualche bella trama acustica, per maltrattare come si deve le sei corde elettriche e per tirare fuori, chissà da dove, e quasi a tradimento c’è da dire, persino un tappeto jazzy (steso all’interno di “Piano vai via”) che quasi non ci credi. Risultato? L’amore per la musica e per le storie notturne, se possibile maledette, si sente, le nove canzoni dell’album, pur nella loro semplicità, sono curate, divertono e si lasciano apprezzare. È vero, i termini innovazione e coraggio non sono presenti tra le pagine del vocabolario della band lombarda, non resta che aspettare con calma se il futuro riserverà qualcosa di diverso, ma forse non è importante.

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La recensione Essevipare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-20 00:00:00

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