Siamo talmente abituati a lamentarci della scarsa qualità dei cd in circolazione che quando ne capita uno valido quasi non ce ne accorgiamo. Del resto Alberto Muffato, giovane musicista indipendente agli esordi, non si mostra particolarmente scafato nel promuovere il suo lavoro e accompagna il suo lungo demo con ingenue note biografiche. Per fortuna la sua musica è in grado di presentarsi da sola e colpire l’ascolto senza bisogno di ulteriori pubbliche relazioni.
Disco naif con tutti i pregi e i difetti del caso, ingenuo nella sua portata, a volte sfocato, carente in fase di registrazione “Nel bambù” è tuttavia un sorprendente ricettacolo di idee creative che sgorgano spontaneamente lungo tutto il disco, sia attraverso le linee melodiche, sia attraverso la scelta delle sonorità. Il raggio delle ispirazioni è molto ampio e va dal pop onirico dei Radiohead alla bassa fedeltà depressiva degli Smog (“Vuoti e pieni”), dal country raffinato di Pedro The Lion alla psichedelica orchestrale dei Beach Boys (“Il mio nome è un lago”), fino a ricordare nei momenti migliori campioni di indie rock quali Lou Barlow o i Low.
Tra i brani più significativi ho subito segnato al primo ascolto “When i was flying down”, “Carlo Emilio Gadda e l’estate” e “Lacrime a biro”: un ep contenente solo queste tre canzoni varrebbe almeno la metà del catalogo della Homesleep (per dire). Certo i 45’ canonici di un album sono ancora fuori dalla portata di Muffato - e alla lunga affiora un pizzico di noia-, ma se si pensa che ha fatto tutto da solo in casa con un quattro piste viene da togliersi tanto di cappello.
E’ il terzo cd-r ascoltato quest’anno che sfiora la primascelta: decisamente un 2003 che promette bene.
---
La recensione Nel bambù di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-07 00:00:00
COMMENTI