Disco di mezzastagione tra cantautorato tradizionale e modernità
“Metereopatici” è il disco che segna il passaggio da una stagione all’altra. Sono quei momenti di cambiamenti climatici che portano con sé i tipici sbalzi d’umore di mezzastagione. Sono quei periodi di transizione che segnano la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro.
Francesco Galavotti è bravo, ha tutte le caratteristiche del cantautore moderno: testi semplici e diretti con melodie orecchiabili e da canticchiare; temi personali, ma anche impegnati. È influenzato dalla tradizione del più bel cantautorato italiano di Dalla, De André, De Gregori, almeno nello stile. Ma non cade nell’emulazione, Galavotti ci mette del suo e attinge a piene mani dalla modernità. “Una canzone mainstream” infatti è tipicamente anni ‘00 con tutti i clichè che ne comporta, da instagram in giù. “I cartoni” è più personale, parla di una relazione finita, che è un po’ come il passaggio da una stagione all’altra, un periodo di transizione verso qualcos’altro. La title track è orecchiabile e spiega il senso dell’album, un inno a tutti noi che siamo “metereopatici”, che siamo allegri con il sole e malinconici quando arrivano le nuvole.
Gli altri brani ascoltateli da soli, ché sono tutti belli. Insomma, è un disco da conservare perché è tipicamente “nostro” e magari, davvero, lo riascolteremo tra qualche anno per guardarci indietro, ripensando a ciò che siamo stati e a ciò che era il nostro mondo.
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La recensione Metereopatici di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-03 00:00:00
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