Inizio la recensione di questo promo (che i ragazzi ci tengono a precisare di aver registrato rigorosamente in presa diretta) con una frase rubata dalle stampa: “(il nostro) è un pop-rock dai confini dolci ma decisi, senza tinte forti ma ugualmente intenso, spontaneo, originale e mai scontato…”.
Questa, in sintesi, la definizione che i Whitenoise pretendono di appiccicarsi addosso. In realtà il sound dell’omonimo lavoro, che gira pesantemente nel mio lettore (un giorno o l’altro potrebbe ribellarsi, che ne dite?), corrisponde alla citazione sopra riportata solo in parte. Pop-rock, potrebbe anche starci solo se allargando il concetto con pop-rock all’italiana; i ‘confini dolci’ ci sembrano più che altro luoghi comuni in ordinata fila indiana - di cui il ‘Festivalbar’ è pieno zeppo -, mentre le tinte forti proprio mi sfuggono, e sull’originalità o la non banalità cade decisamente l’asino.
Tecnicamente parlando il disco è ben suonato e non mi stupirebbe sapere che la bella (impostata) voce di Marta esce evidentemente da un conservatorio; ma tutto ciò non mi aiuta comunque ad accettare la solita lagna da ‘disco bar della riviera’.
Non ascoltando, se non casualmente, cose simili, azzardo qualche paragone con ciò che mi viene obbligatoriamente propinato nei supermercati, fra una scatola di fagioli borlotti e una buona bottiglia di vino, dove strillano le solite hit-radio in filodiffusione: Valeria Rossi? Irene Grandi? Paola Turci?
Spero che i Whitenoise siano fortunati come le pop-star sopra elencate, ma se fosse per il sottoscritto non raggiungerebbero mai il tanto sospirato successo. D’altronde mi costa poco augurargli di poter sfilare al fianco e al pari di queste invenzioni delle case discografiche, perché nel bene o nel male, razionalmente ed obiettivamente, i numeri per arrivarci i Nostrili hanno tutti. Soprattuto se, come appare, è ciò che cercano.
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La recensione promo ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-11 00:00:00
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