Luca Rufo 1.0 1999 - Rock, Pop

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Voce roca e un po’ metallica - forse dipende dall’hardware utilizzato per la registrazione, mix e masterizzazion in versione home-made - chitarre sporche in dialogo perenne con il drumming. Luca Rufo ha sicuramente le idee chiare per quel che riguarda la sua musica, ed ha altresì ben chiari in mente gli esempi dei maestri del rock. Che lui coniuga in modo molto asciutto, componendo brani però ben articolati e relativamente lunghi, che sembrano racconti in note e che si dipanano piuttosto avvincenti, con storie che spiegano e parlano di ansie di viaggi - fatti o da fare, immaginati o realizzati - rapporti difficili di amore, amicizia, lavoro, incomprensioni, tanto desiderio di dialogare, e poi scoprire, guardare il mondo, magari dal proprio balcone di casa. E arriva persino, sull’onda di una voce riverberata, il viaggio in India (Beatles?) e il viaggio virtuale cibernetico nella traccia 8.

In generale, l’atmosfera ‘torrida’ e tipicamente street-rock si sente in tutte le nove tracce dell’opera, forse perché come lo stesso artista scrive a margine in nota, “questo disco ha cominciato ad uscire dalla mia testa il 2 luglio 1998 alle 20.30 (sic!), mentre stavo seduto davanti al mare sul pontile del ‘Club Med’ di Corfu Ipsos (Creta)”.

E allora, chissà, magari i testi delle canzoni sono tutti o in parte autobiografici, secondo quella buona vecchia norma che fa sì che l’artista filtri il proprio vissuto personale. Il Nostro ha scelto la via ruvida della chitarra rockeggiante e compie questa operazione con un certo gusto e garbo compositivo, anche se non sempre riesce a evitare i clichè testuali a mezza via tra gli stilemi rock e una visione più intimistica e - vorremmo dire - più europea - o italiana - delle cose della vita (pensiamo in particolare ai rimpianti amorosi di “Veleno” o, ancor più, nel ritratto amoroso della succesiva “Lei”, dove per di più la tracccia musicale poppeggia più decisamente con dei begli armonici di chitarra a far da contrappunto). Il packaging è volenteroso, ma purtroppo la fotocopia giunta in nostre mani non è sempre chiaramente leggibile e non ci fa capire quale fosse la cura iniziale del progetto grafico.

Aspettiamo Rufo alla prossima prova, che tra l’altro è già sulla nostra scrivania…

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La recensione 1.0 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-02-22 00:00:00

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