Molti generi ma idee ancora troppo confuse e ingenue: il risultato è un guazzabuglio
Otto brani che mescolano punk, ska, prog, hard rock, cantautorato, cantati in inglese francese italiano e una varietà di mood che va dal pensoso ("Black sunflower"), all'impegnato ("Mario"), all'incazzato ("Arresta i Sincope"): questo è il concept da cui parte "8", il secondo ep dei toscani Sincope & the Squirrel Gang.
Qualche idea c'è (la marcetta sghemba di "Chasing dreams", ad esempio, o il cantato di "Billy bong"), voglia di stupire pure troppa, mezzi tecnici per dare corpo alle proprie idee forse ancora non abbastanza: un po' per quanto riguarda l'asse ritmico, davvero in sordina, un po' per la voce, spesso scricchiolante dal punto di vista dell'intonazione, un po' per il tastierista che deve migliorare nella scelta dei suoni.
Dal punto di vista compositivo poi, il meglio che si possa dire di questo disco è che è un guazzabuglio: spesso i cambi di genere sono totalmente gratuiti, o appiccicati a forza, come il finale di "Chasing dreams", per il resto buona (ma che così finisce per durare quasi sette minuti, veramente troppi), e le ingenuità a livello ritmico-melodico non si possono nascondere sotto la coperta corta della varietà stilistica.
In altri casi magari si potrebbe chiudere anche un occhio sulla qualità della registrazione, veramente insufficiente, ma qui si tratta dell'ennesimo elemento che conferma l'impressione generale su "8": vorrei ma (per ora, si spera) non posso.
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La recensione 8 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-12 00:00:00
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