Inviluppati in un packaging quantomeno discutibile, per non dire brutto, i sette brani proposti dai pugliesi Bonzo riescono a smentire la non proprio straordinaria impressione suscitata dall’involucro.
Una proposta non semplicissima, probabilmente non ancora matura, ma degna di nota per il tentativo di realizzare una via svecchiata al progressive. Un rock progressivo, quindi, privato di certi suoi autocompiacimenti barocchi, notevolmente semplificato, e innestato di suoni ed energia hard-rock. Si potrebbe persino parlare di crossover – nell’accezione letterale del termine - poiché, oltre alle componenti già nominate, a tratti si colgono anche atmosfere molto più dilatate, quasi fusion, come in “Gnomo 7” o in “Nube lontana (tossica)”.
Per atteggiamento, più che per i risultati - e con il dovuto rispetto e le doverose distanze che si devono sempre ai mostri sacri - vengono in mente le cose più rock e meno jazz dei gloriosi Area, o certi episodi più spigolosi dei King Crimson. C’è ancora tanto da fare, anche per quanto riguarda i testi, sicuramente migliorabili, ma l’impressione che i Bonzo suscitano è certamente quella di un gruppo dotato di idee, tecnica, impatto sonoro e di un certo desiderio - comunque mai estremizzato e fine a se stesso - di ricerca e sperimentazione. Tutto sommato, non è poco.
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La recensione Gnomo 7 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-03-04 00:00:00
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