Dopo anni di tour senza i 24 Grana Francesco Di Bella dà alla luce il suo primo album solista, lasciandosi alle spalle dub e rock.
Non sappiamo e non vogliamo sapere perché Francesco Di Bella non è più il cantante dei 24 Grana; non ci interessano nemmeno le polemiche che hanno accompagnato l’abbandono della band e che tanto hanno avuto risonanza nell’ambiente partenopeo dove il gruppo di “Loop” era simbolo di longevità artistica e qualità esportabile, visto il successo a livello nazionale e la registrazione dell’ultimo album negli States con Albini. Ogni rottura – e noi abbiamo ragione di credere che questa in particolare sia stata meditata e necessaria - provoca dolore e amari. La rispettiamo profondamente, non prendendo posizioni e badando alla qualità artistica di quanto ci viene proposto da entrambe le parti.
Partiamo quindi con l’ascolto di questo album firmato dal vocalist e chitarrista Francesco e dai Ballads Cafè come se fosse un’opera prima: senza preconcetti e sgombrando la mente dai ritornelli orecchiabili, dai ritmi in levare con retrogusto rock.
Ecco, pronti? Cd nel lettore e…. “Vesto sempre uguale”, tratta da “Metaversus”. Scorsa veloce alla tracklist e triste constatazione del fatto che il primo album da solista del Nostro pesca a piene mani tra i pezzi editi dai 24 Grana, ma, come annuncia il comunicato che accompagna il disco, vestiti del mood originario, di quelle atmosfere che “lu cardillo” aveva composto con la sua mente, influenzata da ascolti più “oscuri” che “solari”, attualizzate però da un sentire maturo e alla luce delle esperienze musicali recenti.
Bhe, le canzoni sono bellissime, sia come le conoscevamo già, sia ora che sono lunari, intime, melanconiche… d'altronde se una canzone è incantevole lo è in qualsiasi arrangiamento ben fatto. Riascoltarla e riscoprirla è solo un piacere e a maggior ragione lo è se si tratta di “La costanza”, “Carcere”, “Introdub” o “Resto acciso”. “Napule se sceta” è l’unico inedito, ma la sua scrittura risale ai tempi dei 24 Grana e più precisamente al 2008.
Ben venuto dunque a questo “Francesco Di Bella & Ballads Cafè” che rilegge attraverso spartiti semiacustici più complessi e raffinati i pezzi che hanno segnato l’underground italiano, restituendoceli valorizzandone la melodia, smussandone ogni spigolo e potenziando l’espressività vocale. Ora però aspettiamo il primo vero disco del nuovo Francesco Di Bella.
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La recensione Francesco di Bella & Ballads Cafè di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-22 00:00:00
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