A Toni Truncali si può rimproverare il fatto di aver presentato il suo progetto solista come il frutto di un momento di pausa dell’attività dei Minerva, di aver proposto questo demo come una prova di quella che potrebbe essere la nuova direzione che prenderà la sua band, i Minerva appunto. Di aver elencato una sfilza interminabile di nomi importanti di varia estrazione musicale come suoi ispiratori. Gli si può rimproverare di avermi dato l’impressione di arrivare in punta di piedi, silenzioso e un po’ impaurito. Invece le tre tracce proposte sono tutt’altro che dimesse e intimidite, sono esuberanti, scanzonate, ben costruite e si approfittano dell’ascoltatore dichiarandosi alla disperata ricerca delle sonorità più facili. E Truncali è compositore e voce e chitarre e basso e programmazioni e stesura dei testi. E risulta immerso nella sua musica fino al collo. E con ogni probabilità lo trova anche estremamente divertente. Per questo vorrei sbrigarmi in alcuni commenti tecnici che riguardano le abilità tecniche dimostrate dalle aperture di chitarra varie e strutturate, dall’appropriato uso dei sample(che danno un’atmosfera dance al brano per lo più strumentale e rock “scherzo”), dall’intrusione dell’elettronica che impreziosisce e non sembra infilata a forza per attualizzare sonorità trite. “Il concetto più giusto” è potenzialmente un singolo ben congegnato, orecchiabile e con un testo scorrevole, intelligente e non immediato che richiama i Bluvertigo de “La crisi”. Apprezzabile la scelta dei vocaboli che non si serve di richiami tecnologici per legalizzare la contaminazione elettronica(…a parte un “bambina atomica incoerente” di troppo nel secondo brano), a volte esprime una rappresentazione alchimistica e tarantolata dell’amore, altre volte si profonde in tanti semplici “ti amo veramente”. L’inflessione dialettale del cantato dovrebbe essere enfatizzata perché comparendo solo a tratti dà un esito amatoriale, acuito da una registrazione decisamente malfatta. Il giudizio positivo che mi sento di dare a questo “Molecola” deriva soprattutto dall’attitudine coraggiosa del compositore di dedicarsi alla semplicità, spontaneamente senza studiare il modo per aggirare il concetto ovvio, ma riuscendo a somigliare a tutti e a nessuno senza risultare anonimo. Ho ascoltato senza particolari reazioni, rilassata, ondeggiando le gambe come i bambini. A volte la musica deve avere questo potere enorme di svuotarti la testa azzerando i pensieri…A volte la musica può, nella storia personale di ognuno, fare le veci di un prodotto di farmacia, un medicinale da usare al momento opportuno. Per episodi biliosi o ipercritici mi ricorderò di assumere Toni Truncali come adeguato antiacido…
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La recensione Molecola di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-03-20 00:00:00
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