Il caro vecchio rock'n'roll, come una ventata d'America a Catania
Alcune sonorità non muoiono mai. Continuano a propagarsi al di là degli strumenti che le emettono e, dilatando la propria esistenza, oltrepassano gli anni, le mode e i luoghi dove sono nate. È accaduto così per il rock'n'roll che dalle lontane province americane degli anni '50 ha invaso in breve tutto il mondo, fino a Catania, patria dei Rain dogs, un quartetto di cani da pioggia che ama vagabondare per le strade del rock'n'roll, del garage e delle chitarre maliziosamente grezze.
Il disco “The moonlight murder”, autoprodotto, porta nove brani che sono come una gazzosa al gusto d'estate, tanto demodé quanto gustosamente vintage. Apre l'album "Bulls" tra chitarre stoppate in leggero gain e voce graffiante. Un'atmosfera sonora d'altri tempi dove la batteria si limita ad accompagnare una chitarra che detta il tutto, proprio come impone il genere. Se con "Scraping Off" l'energia e la carica di rumore si alzano sui ritornelli, le costruzioni melodiche delle strofe preparano più sommessamente e alla perfezione ciò che avviene dopo: rumore, energia, caos. Non può certo mancare l'armonica che fa la sua comparsa in "Man of few words", insieme a un assolo di basso che spezza il ritmo donando al tutto un tono più blues. Poi torna la carica noise sui ritornelli, ché In fondo, non c'è rock senza un po' di rumore. La traccia che da il titolo all'album mostra le venature dark e new wave del gruppo, così come "Spots of possibilities". Non è un caso infatti che qui compaiano anche i sintetizzatori.
C'è da lavorare sull'originalità, su una riproposizione del passato che sia più avanguardistica, su un maggiore tocco originale nei testi (tutti chiaramente in inglese) e sulla voce: su un sound, insomma, che suoni come il passato, d'accordo, ma che sappia essere anche attuale. Per il resto l'energia c'è: Oh yeah!
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La recensione The Moonlight Murder di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-26 00:00:00
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