E’ già il terzo demo consecutivo che mi arriva i cui autori citano tra le proprie fonti i Rolling Stones. Viene quindi da chiedersi se tutta questa gente li abbia mai sentiti veramente visto che di loro non è percepibile la benché minima traccia. Un’altra ipotesi è che tutti questi gruppi non abbiano ascoltato a sufficienza il proprio materiale: non è una boutade, perché in realtà uno dei difetti più grandi dei gruppi di base è proprio la mancanza di un qualsiasi giudizio critico nei confronti della propria musica.
In realtà gli Egon non ricordano proprio per niente i Rolling Stones, ma sono testimoni di un sempre più crescente interesse nei confronti della new-wave storica. “Just I needed” echeggia alla grande i primi Pere Ubu, anche se attraverso la mediazione dei Fugazi. In “Pacific song” sembra di sentire i Sonic Youth all’epoca “Daydream nation”: stesse atmosfere tremolanti, stesse chitarre limpide, stesse melodie cristalline, replicate però con gusto e dignitosamente all’altezza degli originali.
Purtroppo il resto del cd non è dello stesso livello; gli Egon sembrano infatti essere particolarmente influenzabili dalla lingua che utilizzano e mentre i primi due pezzi cantati in inglese sono molto interessanti, gli ultimi tre si rivelano a vario titolo brutti esempi del rock italiano più corrivo, che scade nel banale e nello stereotipato facendo sembrare il gruppo una qualsiasi cover band di paese.
Massimo incoraggiamento quindi per i primi due pezzi. Assolutamente da dimenticare il resto.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-22 00:00:00
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