Questa è una di quelle recensioni che non vorrei mai trovarmi a scrivere e il motivo è decisamente semplice: “In quiete attesa” mi ha profondamente deluso, e pensare al sudore e all’entusiasmo che i Luce Nera hanno presumibilmente profuso per realizzarlo, mi provoca disagio ed imbarazzo.
Per uscire da questa spiacevole situazione potrei usare una freddura che Groucho, l’improbabile aiutante di Dylan Dog, utilizzerebbe sentendo millantare la definizione “rock metafisico all’uranio impoverito” (riportata sul retro del cd). “Rock metafisico? E l’altra metà?”. Certo, la battuta è decisamente mediocre, però rende piuttosto bene l’idea del senso di incompiutezza che impregna le quattro canzoni proposte dai Luce Nera.
Rientrando nei binari della mera critica musicale, la pecca principale che mi sento di ascrivere alla band proveniente dall’Emilia Romagna è sicuramente legata alla voce del cantante che suona fioca e assolutamente incapace di dominare la scena musicale. Altre due cose da spedire dietro la lavagna sono la mancanza di vigore sonoro dei brani (le trame paiono vacue e incomplete) e la sensazione di ‘dejà-vu’ che di tanto in tanto emerge (alcune parti di “Buyo” ricordano molto da vicino un vecchissimo pezzo dei Litfiba).
Rimane ben poco, direte voi! Ed infatti rimane ben poco: alcuni buoni spunti di batteria, un paio di schitarrate e qualche labile accenno lirico (“La pioggia dentro me oscura la mia pelle”). Perciò per concludere direi pollice decisamente verso, sperando che i Luce Nera smentiscano le mie poco incoraggianti parole con i prossimi episodi discografici.
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La recensione In quieta attesa (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-24 00:00:00
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