Inevitabilmente innamorati tanto del noise che dell’hard-core di scuola Fugazi, questi tre ragazzi pugliesi mettono su cd 10 tracce assolutamente meritevoli di attenzione. Vengono quindi in mente gli Shellac, i primi Three Second Kiss, i catanesi Spriggan (con i quali, tra l’altro, condividono l’agenzia di booking) e l’irruenza di gruppi come RedWorm’s Farm e One Dimensional Man. La lista, ovviamente, sarebbe incompleta se decidessimo di utilizzarla per i contenuti di questa recensione, e al contempo faremmo un torto al terzetto perché catalogheremmo l’opera come ‘derivativa’.
“Love, said gas”, invece, è una raccolta di canzoni in cui è palese l’intento di proporre una formula personale - seppur nell’affollato genere i tentativi siano molteplici - di cui sopra sono state evidenziate le coordinate. E i Nostri ci riescono egregiamente, non lasciando nulla al caso: strutture ritmiche serrate e chitarre taglienti vengono mixate in primo piano, mentre la voce fa la sua comparsa ‘da dietro’ solo quando necessario. Sicchè la sostanza è di chiara matrice strumentale, a mettere subito in chiaro che l’intento dei Logan è di imbastire architetture sonore che poco spazio lasciano alla melodia - senza per questo, però, risultare autoreferenziali. L’ascolto, di conseguenza, beneficia di questa (inconscia?) propensione a rendere la musica intelligibile, tanto che non ci sembra esagerato affermare che il risultato finale è riuscito in pieno.
Magari si è ancora lontani dal realizzare un disco da ‘primato’ nel genere, ma i ragazzi hanno assolutamente le giuste doti per regalarcene uno più avanti. Per ora “Love, said gas” rimane un’ottima prova, imprescindibile per gli estimatori di tali sonorità e quantomeno interessante per chi, con le orecchie, è spesso ai confini di queste.
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La recensione Love, said gas di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-02 00:00:00
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