Vi è mai capitato di cercare “il vero spirito rock ‘n’ roll”? Ai Dragster Baby si, come pure a me/te/noi/voi/essi (forse). E infatti “Onde Medie/Onde Corte” si apre con un phaser e si dipana in puro indie rock style, fra gli alti e bassi tipici fra gli emergenti che si approcciano a questa materia.
Sostanzialmente siamo di fronte ad un rock band che fa canzoni rock (qualche nome? Julie’s Haircut, Nirvana, Cure), con una cantante che sa cantare e che - nonostante a volta possa apparire strano sentir cantare alla sanremese sul tappeto ruvido dell’indie rock - risulta il fattore più originale (relativamente, s’intende) dell’intera proposta musicale.
Dicevamo appunto degli alti e bassi. Parlando dei bassi, ciò che probabilmente limita di più i risultati di questi ragazzi è l’ammiccante e pretestuoso tentativo di voler fare avanguardia e i pallidi episodi in cui l’imitazione è palese (sentitevi “U.S.” e poi ripescate i bellissimi dischi dei Massimo Volume). Parlando invece degli alti, pare che il meglio stia nei momenti in cui è la semplicità a farla da padrona, insieme – questo sì – ad una giusta dose di ricercatezza degli arrangiamenti. Quindi, solo per citare due episodi, l’indie-pop-noise-rock-crossover di “True” o la sofisticata “Kalifornia”. Come dire, insomma, che nei momenti in cui la musica risulta più schietta e meno ammiccante, anche l’ascolto ne guadagna quel che deve.
Siamo di fronte, dunque, ad uno di quei dischi che né aggiungono né tolgono nulla al genere in sé. Ma anche senza un grande talento, dietro queste canzoni c’è perlomeno molto spirito, e seppur “Onde Medie/Onde Corte” sia suonato non benissimo e sia registrato senza grandi mezzi, ci mostra una band potenzialmente interessante.
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La recensione Onde Medie / Onde Corte di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-04 00:00:00
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