Questo lavoro incanta da subito per la consapevole serietà di chi sa dove può arrivare: non è infatti un caso che la voce di Melis si muova con dimestichezza fra le note delle sue canzoni, sia che si tratti di riempire il suono di una chitarra acustica (“Due mondi”), sia che si tratti di duettare con una voce femminile (“Come te”), sia che si tratti di dialogare con chitarre elettriche dalla rumorosa vena malinconico invernale (“Non ho paura”).
Ed è alle atmosfere invernali che si rifà anche la veste grafica del cd, molto curata e delicata come se Melis si muovesse fra i più importanti mercati nazionali, e le doti per farlo ci sono tutte (una vena cantautoriale ricca e musicalmente interessante, collaborazioni importanti, talento e intuizioni). Intuizioni che, forse questa è l’unica pecca, a volte non vengono del tutto assecondate o sfogate, così che alcune canzoni sembrano rimanere sospese, con pur buon risultato, come fiocchi di neve fotografati mentre cadono.
“In questo confuso silenzio / respira l’arte del saper ascoltare ma nell’assurda logica dei fatti ciò / che si perde è la stabilità del cammino” recita una frase contenuta nel cd. Ed è infatti una logica assurda ad allontanarlo da un più ampio successo, ma basta solo saper ascoltarlo per constatarlo.
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La recensione Anestetico sentimentale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-07 00:00:00
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