Il titolo di questo demo, “Studio 54”, è già un preciso manifesto programmatico per i Badgallo: l’intento è quello di rievocare le atmosfere, a base di disco-funk e lasciva depravazione, che poco meno di una trentina d’anni fa resero immortale l’epopea della discoteca newyorkese. Queste sette canzoni sono dunque intrise di un funk sudaticcio, di una disco-music alle volte un po’ pacchiana, e di un rock sgargiante e sanguigno, suonato da ottimi musicisti (in grande evidenza, come prevedibile, un bel basso slappato e tondeggiante). Ma non ci sono solo gli anni ’70 nel dna della band marchigiana; sono infatti rintracciabili anche riferimenti legati alla contemporaneità, come ad esempio una certa affinità musicale con i Subsonica e i Red Hot Chili Peppers. Da citare, inoltre, la mini-sezione fiati che conferisce ai pezzi un respiro jazz-rock di impronta un po’ acid e un po’ free (insomma, una coloritura sostanzialmente schizzata, quasi di zappiana memoria). Molto buona “Trittico”, che presenta una strofa rap e un ritornello che sfiora il rocksteady; divertente anche il finale con “Heineken”, brano strumentale costruito attorno al contagioso riff della musichetta pubblicitaria dell’omonima birra, e mescolato (a mio avviso) con la sigla del cartone animato “Fantaman” (vecchio ‘cult’…).
Un demo complessivamente carino, ma forse nel corso di ben sette tracce si sperava in una qualche imposizione di personalità più forte da parte dei Badgallo. Che troppo spesso si limitano invece a un citazionismo minestronico. Ma la sostanza c’è, e quindi si può solo che migliorare.
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La recensione Studio 54 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-11 00:00:00
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