Qualcosa di turbolento striscia in sottofondo a queste tracce. E’ un rumore interiore che resta alla fine dell’ascolto insieme all’indecisione sul provare una sensazione di fastidio o d’attaccamento da ultima analisi…e questa contraddizione finale è l’attraente del materiale che porta il nome del misterioso compositore che non vuol parlare di sé, Belongs To Me. E’ la sfrontatezza di un musicista che spontaneamente ha costruito un quadro di sé stesso nitido e particolareggiato dichiarando di non voler dire nemmeno il suo nome, ha imbastito un personaggio che vuole essere “viscerale, solo solista e solipsistico”(dalla nota stampa)ed è con ogni probabilità estremamente se non unicamente proiettato sull’impressione che susciterà nello spettatore. Dunque, sei brani lo-fi, pieni di sonorità sintetiche che con ogni sforzo e concentrazione d’inventiva sono state impastate in modo da risultare originali e inascoltate. Le strutture, i cambi di tempi e frequenza, sono ben congegnati, le stonature sperimentali degli strumenti non risultano gratuite. L’intro in ogni traccia è eccessivamente dilatato (8 minuti ne “Il bruco”) e anche se le stesure volutamente giocattolo sono piacevoli e accattivanti, rischiano di essere ripetitive nel corso dei 38 minuti. Il crollo del compiacimento e le radici della diffidenza nascono dall’ascolto dei cantati e dei testi. Soprattutto se associati alla buona preparazione tecnica e alle interessanti trame strumentali. Ci sono poche parole cantate con voce rotta, bassa e intenzionalmente stonata, con eterne pause tra una parola e l’altra. Concettualmente BTM potrebbe richiamare un Tricarico meno fantasioso e aggraziato o un Bugo meno spaccone…Le metafore elaborate e limate per sembrare il più semplicistiche possibile, cantate con voce scorporata dalla melodia, frasette sotto la doccia, pensieri confusi prima di dormire, sono troppo marcate e calcolate per essere credibili, troppo menefreghiste per essere sincere. E in queste poche parole, sfasate, scoppiate, emerge la pretesa di creare massime da appuntarsi sul diario, concettose o semplificate al punto da voler a tutti i costi essere un affronto. Non vi ho trovato mancanza di inventiva quanto incapacità di stimolare compiacimento e sentimento, perché la ricerca testarda del non banale, dell’innovativo, del diverso, a volte porta a una saturazione dell’attenzione e riempie l’ascolto di particolari poco rilevanti svuotando l’emozione spontanea e profonda, già di per sé filosofica, che nasce da una bella canzone.
Mi perdoni BTM, “cantautore da cameretta”, ma nel suo lavoro, così apparentemente istintivo, stonato, controcorrente e immediato io ho visto un lungo planning, un discorso intavolato e recitato nei particolari e la scelta di una maschera… Dietro di essa c’è sicuramente un ottimo istinto, un artista preparato e convinto. Personalmente vorrei conoscere la sua verità,e se la patina “alternativo a tutti i costi” non è solo un forzato involucro il mio errore sarà sicuramente il suo punto di forza.
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La recensione Alienix di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-14 00:00:00
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