Un ep con una certa dose di fascino nascosto, ancora molto lontano però dal poter essere una passaggio per qualcosa di più grande
L'ep d'esordio di Curo si compone di quattro brani che, nel totale, posso essere descritti tutti insieme: riduzione al minimo della strumentazione (sostanzialmente chitarra e voce), forma libera dei brani, tanto ambiente, una voce spigolosa, non sempre piacevole ma non è questo il punto; il punto è che la proposta è talmente omogenea e poco articolata, in una forma che non offre appigli e punti di riferimento (ritornelli, hook, riprese), da diventare all'ascolto un unico blocco indivisibile, in cui la somma delle parti non restituisce il totale ma una sensazione di indeterminatezza.
Non c'è niente in questo ep che si faccia ricordare, ma non per questo non contiene comunque un certo fascino da ricercare però con pazienza.
Se nella partitura di chitarra si sente la deriva folk americana, i testi sono tutti italiani, di scuola Brondi (“Andiamo a fare l'amore / nei palazzi chiusi in attesa di demolizione”). Difficilmente questa formula potrebbe funzionare su un minutaggio più esteso, se non rimpolpata nei punti giusti.
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La recensione Curo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-24 00:00:00
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