Un uso smodato e spesso casuale delle basi già pronte: “The Dark Side of Sandro” non è decisamente un grande esordio.
Poche parole, purtroppo, per l’ep d’esordio “The Dark Side of Sandro”, disco eponimo nato dall’idea del 58enne Sandro Tognazzi e concretizzatosi in 4 tracce della durata complessiva di scarsi 10 minuti. Le quattro canzoni, così come suggerito anche dagli stessi titoli, costituirebbero parti distinte di un’unica traccia: “The beginning of a dream”, ”The end of a dream”, ”The end or the beginning”, ”The end” (il che è già tutto un programma). Il disco non convince per diverse motivazioni: un uso smodato e assolutamente casuale delle basi già pronte rende i brani monotoni, pesanti e decisamente poco incisivi. L’album, in questo senso, non ha carattere, scorre indolore e incolore, lasciando dietro di sé solo una grande confusione di suoni, rumori e sconnessi loop. Più che sperimentale, allora, “The Dark Side of Sandro” si potrebbe definire un “esperimento” poco riuscito. Niente contro la sacrosanta libertà di voler tentare qualcosa, sia chiaro, il consiglio, però, è di provare ad essere più autocritici nei riguardi del proprio lavoro. Quanto prodotto finora, infatti, è ancora troppo lontano da un’elettronica accettabile.
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La recensione The Dark Side of Sandro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-29 00:00:00
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