Saint Lawrence Verge: i giorni sbiaditi della band modenese.
"This is the way", album d'esordio dei Saint Lawrence Verge, trasuda decadenza. Giovane, acerba decadenza. Saranno gli arpeggi di chitarra dalla sapidità medievale o la voce impostata sulle tonalità di Tom Waits di "Hatsya", ma lungo il binario che porta dalla prima all'ultima traccia si ha come l'impressione di perdersi in nonluoghi interiori. Il trio modenese tenta, infatti, la proiezione di quei giorni sbiaditi ("All in faded days") o di quella stanza dell'assenza ("The Absence Room"), ma lo fa con un slancio intemperante. La parte iniziale del lavoro, infatti, appare monolitica. I brani si somigliano un po' tutti e gli arrangiamenti stancano presto. Stancano sia per gli accenti eccessivamente catastrofici, sia per il fatto di non saperli diluire.
L'interludio strumentale con una parziale gradazione alla The Cure, "Three Guns Lullaby", apre le porte ad un ritorno ("The Vaults II") alla prima traccia ("The Vaults"). La scelta di una cover come outro del calibro di "Gorizia, tu sia maledetta", canzone anarchica che racconta la tragica battaglia dell'agosto del 1916 non è, a questo punto, tanto una scelta di cattivo gusto quanto poco logica. I Saint Lawrence Verge la presentano in una veste quasi a-cappella, un canto da chiesa, con protagonista un'esile voce femminile che dona sicuramente qualche brivido, ma principalmente per l'emotività del testo e la potenza dell'evento raccontato.
"This is the way" non incanta, ma prova comunque a raccontare quei turbamenti, quella decadenza accennata in precedenza che, però, deve ancora maturare.
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La recensione This Is The Way di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-29 00:00:00
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