Album d’esordio intriso di tristezze postpunk, synth gelati e visioni oscure.
Nella scia new wave, che dagli ottanta si muove sinuosa fino ai nostri giorni, si inseriscono perfettamente i Secret Sight, band anconetana che risorge dalle ceneri dei Coldwave e tira fuori un album d’esordio intriso di tristezze postpunk, synth gelati, sezioni ritmiche in primo piano e una vocalità spiccatamente ispirata a Paul Banks, leader degli Interpol. Si può giocare all’infinito a chi somiglia a chi, ma resta indubbio il fatto che questo disco sia davvero un bel lavoro, denso di suoni e arrangiamenti affilati, dotato di un suo modo di essere pur navigando in acque derivative. Brani come “Under This Truth” e “Indelible”, dal tiro marcato e l’epico crescendo, conquistano subito esaltando l’inverno che ognuno porta con sé, “Earth Overflows” spalanca visioni dark e rabbia malinconica, “If You Turn” è il cupo sottofondo dei tuoi balli notturni, dei movimenti meccanici e asciutti mentre le luci scivolano via.
Registrato da Paolo Rossi nel suo ‘Studio Waves’ che ha visto passare, tra gli altri, Soviet Soviet e Be Forest, “Day. Night. Life” è un compendio oscuro di sonorità raccolte in maniera efficace e con gusto, con tanti rimandi agli epigoni del genere, ma ciò non toglie che sia un valido e piacevolissimo punto di partenza.
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La recensione Day.Night.Life di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-27 00:00:00
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