“Pronto? Ah, sei tu. Sali pure, ti aspetto.” Comincia così, con una voce femminile sensuale e un po’ indolente, la festa di “Ragazza pop”, la compilation tutta dedicata al pop in rosa compilata dalle inesauribili menti di quei ragazzacci della S.H.A.D.O. e dei Valvola. Negli intenti dei quali “Ragazza pop” dovrebbe essere anche un’etichetta tutta dedicata al pop femminile. Intanto, questa compilation internazionale fa da manifesto d’intenti ai Nostri, mettendo in luce un pop nell’accezione che il termine aveva nel pieno fiorire degli anni ‘60, coerentemente alla poetica retromodernista che da tempo agita la band fiorentina.
La ricetta è semplice: un po’ di beat al suo massimo splendore ma con tutte le sue ingenuità e freschezza ancora intatte, una lounge jazzata ideale colonna sonora di spy-stories alla Bond, l’r&b che fu delle Ronettes, i fantasmi di Françoise Hardy e Phil Spector che aleggiano benigni, e giusto una spruzzata di country e di garage. Insomma quel periodo felice in cui il movimento beat non era ancora diventato hippy, non aveva iniziato a voler risolvere i problemi del mondo e si chiamava ‘yé-yé’. Un’immaginaria bolla temporale pre-‘Summer of love’, sospesa in eterno tra 1965 e 1966. C’è un’ospite davvero illustre, la leggendaria Moe Tucker, batterista di quei Velvet Underground che nei loro momenti di dolcezza (“Sunday morning”, una per tutti), esprimevano già il rimpianto di quel mondo onirico.
Moe omaggia qui Carol King (“Will you still love me tomorrow”) e Phil Spector (“To know him is to love him”), sfogando la sua rabbia garage in “I wanna”. Spicca la nutrita rappresentanza giapponese, che con Instant Café Records, Plus-Tech Squeeze Box e Three Berry Icecream confezionano una particolare declinazione del pop sixties che deve molto alla lezione di Pizzicato Five e Fantastic Plastic Machine: un raffinato rosolio. Belle anche “London” delle Noonday Underground, pezzo veramente notevole e strambo, dall’arrangiamento delirante pur nella classicità della struttura, e il remix, opera dei parigini Cocosuma, di “Flashin’ light (some girls like to disco)” dei Valvola, trasformata in un brano alla Sneaker Pimps del primo album.
In generale tutti i brani sono gradevoli, e stupisce l’unità stilistica che rende la compilation particolarmente piacevole all’ascolto, ottima per un viaggio in auto o una festa tra amici. E in più contiene un brano che da solo vale l’intero disco, “The sun keeps shining on me” delle Fonda: una grande canzone, che cresce strofa dopo strofa, ritornello dopo ritornello, dal bellissimo movimento. Da avere.
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La recensione Ragazza pop di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-08-20 00:00:00
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