Un altra promessa dell’underground italiano giunge dunque all’esordio discografico e lo fa con un’attitudine assolutamente internazionale. I My Violent Ego sono un duo spartito tra la Scozia di Christy Brewster e il Lazio di Paolo Miceli a cui viene offerta la possibilità di pubblicare un disco da un’etichetta francese, la Ocean Music. E tuttavia la musica conserva ben poco di queste origini e si presenta come una sorta colonna sonora per nuvole in viaggio attraverso lidi angelici.
Le influenze corrono da un lato alla tradizione shoegaze britannica (il dream pop di My Bloody Valentine, Cocteau Twins, eccetera…), con i riverberi che si sovrappongono strato dopo strato trasformando i vocalizzi della cantante in sussurri sfuggenti come aliti di vento. Dall’altro lato abbiamo l’intera tradizione new-age che, se anche arriva per vie traverse, è la principale fonte delle inflessioni orientali, delle melodie eteree e delle atmosfere evocative che segnano a fuoco questo disco.
Una volta definite le coordinate, risulta difficile citare gli episodi più significativi, essendo tutti i brani allineati in un lungo mantra cangiante secondo minime variazioni e tuttavia in continua e pulsante modulazione. A rimanere impresse sono forse quelle tracce che sul finire dell’album si distaccano parzialmente da questa sinfonia eterea per discendere un attimo sulla terra: “Crime”, ad esempio nel quale la cantante fa il verso a Bjork oppure “French feeling of a tragic song” esattamente una sorta di canzone francese arrangiata per chitarre elettriche.
I My Violent Ego sono quindi un altro esempio di come i gruppi italiani più brillanti riescano a produrre musica di qualità e farsi stimare anche all’estero con proposte del tutto sganciate dalle mode del momento.
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La recensione Carried-along-by-fate di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-08-21 00:00:00
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