Cinque minuti abbondanti di domestica electro-wave confusionaria, tra Joy Division, New Order e un sacco di altre cosette liofilizzate.
L’apertura palesemente joydivisioniana di questo singolo ci svela fin da subito l’anima scura di Lost In A Cup Of Coffee, progetto unipersonale dietro il quale si nasconde Michele Mallia, studente fuori sede, trapiantato a Pisa, con la passione per gli spippolamenti sonici da cameretta. Un PC, una scheda audio e una chitarrina bastano a dar voce alla più classica delle solitudini creative, perché, in fondo, non si vive di solo studio e poi perché, alla fine, Pisa non è mica Londra e, di tanto in tanto, starsene chiusi in casa in compagnia della propria musica non può far che bene.
“PisaWave” quasi miniaturizza in una manciata di minuti, forse involontariamente, la transizione di suono messa in atto dal gruppo di Manchester dopo la dipartita di Ian Curtis, poi sfociata, sotto gli occhi di tutti, nella dancefloor stilosa e notturna dei New Order. Presto fatto, dunque: a una prima parte in perfetto stile post-punk, ipnotica e tagliente, fa seguito uno sviluppo elettronico dalle tinte future-pop che va poi a degenerare in acidule trame vocali ai confini dello shoegaze più scombinato.
Fondamentalmente ciò che manca è una seppur minima organizzazione di gioco che renda accattivante un brano fin troppo liofilizzato e confuso.
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La recensione PisaWave di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-05 00:00:00
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