Salutiamo con soddisfazione questa ennesima ed interessante prova proveniente dal sottobosco milanese.
Preceduto dal primo singolo, “Push Me Down”, pubblicato alcuni mesi addietro soltanto in versione digitale, giunge sui più disparati aggeggi di riproduzione audio, la nuova fatica per i milanesi In Her Eye. Band veterana del circuito indipendente meneghino - in attività da quasi due lustri – tornano a scartavetrarci i padiglioni auricolari, a distanza di tre anni da “Anywhere Out of the World”, con queste sette tracce che profumano tanto di anni ’90 quanto della decade che li ha preceduti. Già, perchè i tre In Her Eye, al secolo Aldo Bernuzzi (Batteria), Giuseppe Galotti (Basso e Voce) e Stefano Schiavella alla sei corde dimostrano, alla stregua di chimici provetti, di saper sapientemente sintetizzare i diversi umori che permeavano la perfida Albione nello spazio temporale anzidetto.
In questo caso, parliamo essenzialmente di new wave e shoegaze declinati in maniera personale e senza quell’imbarazzante citazionismo di cui, sovente, si armano certe band fedeli al verbo. Come avvenuto con l’album d’esordio datato 2011 e al cui interno vi era contenuto - in nuce - tutto ciò che oggi il trio ha saputo mirabilmente mettere a fuoco, possiamo tranquillamente affermare che, anche questa volta, la zampata felina che Galotti e soci ci assestano, riesce a far male. Eccome! Anzitutto, i primi effetti li riscontriamo in una ferita lacero-contusa proprio dalle parti del cuore, in corrispondenza del quale, all’ascolto di brani quali la struggente dark ballad “Chameleon”, è possibile intravedere già le prime tracce di sangue fuoriuscire. Per chi, orfano di Swervedriver e Ride, si trovasse ad avere a che fare con pezzi come “Matchbox” e “She Made Her Decision” - veri e propri fendenti dai quali si fa fatica a riaversi – consigliamo un ascolto prudente, in caso contrario, decliniamo ogni responsabilità.
Se proprio volessimo fare un appunto ad un lavoro concepito con metodo ed eseguito ad arte, sarebbe unicamente qualcosa che afferisce alla prolissità dei pezzi, tutti abbondantemente oltre i quattro minuti (tranne il singolo “Push Me Down”), quando , ne siamo certi, le ottime idee sviluppate in quelle composizioni, potrebbe essere comodamente contenute nella metà del minutaggio. Salutiamo con soddisfazione questa ennesima ed interessante prova proveniente dal sottobosco milanese e restiamo in attesa di altri incoraggianti segnali che band quali Starcontrol o Stardom sapranno sicuramente inviarci presto.
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La recensione Borderline di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-09 23:59:00
COMMENTI (3)
onorati anche noi di aver condiviso il palco con voi e Starcontrol
spero ricapiti presto! ;)
Bella recensione. Noi Stardom siamo anche fieri di aver condiviso il palco con gli In Her Eye e anche con gli Starcontrol. E ringraziamo Andrea di avenrci citati in questo articolo.
Bella recensione. Noi Stardom siamo anche fieri di aver condiviso il palco con gli In Her Eye e anche con gli Starcontrol. E ringraziamo Andrea di avenrci citati in questo articolo.