I siciliani White Opaco si ispirano al sound a stelle e strisce eppur convincono con il loro lavoro organico sebbene carico di influenze.
Ispirazioni puramente d’oltreoceano per gli italianissimi White Opaco, che nelle dieci tracce di questo “Who’s Next” si dimostrano già abbastanza maturi e determinati. Le ambientazioni sonore di questo disco sono talmente impregnate d’americanità da non sfigurare come colonna sonora di qualche serie TV a stelle e strisce (“The O.C.” , “Chuck"), in particolare l’apripista “I Suppose”, che addirittura propone una bella parentesi bluegrass, o “Troubles”, il pezzo sicuramente più riuscito dell’intero album.
“Who’s Next” è complessivamente un condensato di sapori ricercati, conditi a volte con una buona dose di country, altre volte con passaggi puramente funk, a volte con un sapiente tocco di folk e altre con un pizzico di blues, il tutto costantemente in “salsa” pop rock. I colori di questo disco, poi, sono sempre caldi e disegnano paesaggi estivi, a volte afosi e desertici, come quelli riassunti nell’emblematica immagine di copertina.
Tra le influenze più ricorrenti ci sono certamente i Pearl Jam, presenti in diversi passaggi e prorompenti nella ritmata “Unbelievable Why”, e anche i Red Hot Chili Peppers, la cui lezione è evidenziata in diversi stacchi ritmici e di cui si sente fortemente la presenza in un brano come “Feel I Like It”. Ma anche Dave Matthews e la sua band hanno regalato ai White Opaco alcuni interessanti ingredienti, come ad esempio il gusto orecchiabile ma anche raffinato per i ritornelli cantabili (su tutti restano particolarmente impressi quelli di “Maybe” e di “I Don’t Mean A Thing”).
Un plauso quindi a Gabriel Guarneri, Gianluca Genova e Cristian Falzone per il lavoro che hanno saputo produrre, che non farà gridare al miracolo per originalità, ma che supera brillantemente i compiti prefissi.
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La recensione Who's Next di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-16 23:59:00
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