Un viaggio definito da un inusuale miscuglio di influenze sonore che in pochi penserebbero di mettere assieme
"Homonimousse" è un viaggio definito dall'inusuale miscuglio di influenze sonore che in pochi penserebbero di mettere assieme poiché poco correlate tra di loro.
Potremmo parlarvi di musica elettronica, ma rischieremmo di generalizzare troppo; il disco - tra l'ambient, la drum'n'bass, la minimal ed il rock citate dagli autori stessi - ha saputo offrirci delle sfumature sonore che contraddistinguono i suoi 4 brani permettendoci di proiettare nel nostro cervello, solo dopo aver chiuso gli occhi durante l'ascolto, location e contesti storici differenti.
Cominciano con "Mud Walking", caratterizzata dalle voci tipiche della xoomii mongola che vanno fondendosi coi synth bass distorti e la batteria che dirige ritmi in levare, figurando monti la cui calma viene demolita da ragazzi che fanno festa come in un rave party; proseguono con "Patin", che ci trascina all'interno di quei quartieri parigini dove i giovani s'innamorano, accompagnata dalle armoniche, dagli archi pizzicati e dalle voci, che recitano versi eccezionalmente in francese, stereotipi ideale di quei soggetti con baffetto, basco in testa ed una baguette tra le mani, tutto reso più psichedelico grazie ai quasi discotecari synth lead. "Dense V2.2" si presenta esplosiva e più diretta con drop bass posti all'interno di un contesto più rock rispetto ai primi due brani; concludono con "Finex" con la quale raggiungiamo, con qualche briciola sonora di electro swing, le atmosfere chic, tipiche di quei night club newyorkesi risalenti ai primi anni 30, modernizzate dall'elettronica costituita al termine del brano da suoni metallici industrial e cori malinconici che chiudono il disco.
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La recensione Homonimousse di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-01 14:30:00
COMMENTI (3)
:)
Mowman sono dei fuoriclasse, bravi ed originali! da non perdere live!
Grazie mille Davide!!!