Risale al 2002 l’opera prima di questo dj milanese, ma il successo del singolo “If everybody in the world loved everybody in the world” risale di fatto a questa primavera, quando radio e tv decidono di inserirlo nelle posizioni di pregio delle playlist.
La cosa curiosa è che questo artista ha trovato prima consensi all’estero, tanto sulle riviste che negli uffici dei discografici, per poi rientrare in Italia come prodotto d’importazione. Ma tant’è, siccome il talento non ha confini, tratteremo di “Man music technology” su queste righe perché rientra a pieno fra i prodotti ‘made in Italy’.
14 tracce in tutto per un cd che affronta la materia elettronica senza peccare di autorefernzialità; ne viene fuori un intelligente concentrato in cui il Nostro filtra tanto col pop quanto con l’hip-hop, il big-beat, la house e chissà poi quante altre derivazioni che andrete a scovare durante l’ascolto. Non che si tratti di canzoni rivoluzionarie, ma il contenuto è quantomeno gradevole alle orecchie e in alcuni casi ideale per le piste da ballo. Prendete ad esempio l’apertura di “Vinylstyloz” - probabilmente un tributo al principale ‘strumento’ usato (una volta?) dai dj - caratterizzato da un climax danzereccio di notevole impatto; sonorità gommose, invece, per “Break @ 100 bpm”, che tanto sa di Daft Punk nell’incedere. Sicché non ci pare di scrivere baggianate se gli accostamenti tra il milanese e il gruppo francese saranno numerosi, perché anche “Bizarre mind” e “All nite long” sono fatte della stessa pasta.
“Da symphony” è poppettona, magari anche furbetta con quei fiati sintetici e l’errenbì di LardeDarde. “It’s the old school with the new school” potrebbe sembrarvi rap se badaste solo al titolo, ma in realtà è un misto di big-beat e deliri elettronici che sfociano nella title-track, zeppa di tastierone e psichedelia. Hip-hop, per modo di dire, è “Way of life”, dove Shock-G e Humpty Hump duellano con le rime.
Discorso a parte meritano i due singoli (“If everybody in the world…” e “Soulreply”), che suonano perfetti per attirare l’attenzione dei più distratti e assolvono in pieno il compito che gli spetta. Ma da quanto finora avrete letto, “Man music technology” è anche molto altro e non teme confronti con i colleghi esteri del settore. Se quindi non siete alla ricerca solo di singoli, potrebbe fare al caso vostro.
---
La recensione Man music technology di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-01 00:00:00
COMMENTI