Questo di Lamusa è un debutto di tutto rispetto, che lascia sperare più che bene per altre avventure in lo-fi.
Anima trash, bassa definizione, strumenti anni '80 dimenticati in qualche garage e poi rispolverati da qualche giovinastro in vena di sporcarsi le mani. Con queste premesse ci si aspetterebbe un disco pretenzioso e con più attenzione alla forma modaiola che alla sostanza, invece il risultato di questa avventura in soffitta è un ep che regala sorprese inaspettate: "Greatest Hits" è pieno di disco, dance e pop anni '80 rallentati come chi si accorge di aver bevuto troppo; i suoni di glitter cremoso si spalmano lisci sulle orecchie di un ascoltatore che alla seconda canzone è già volato via dalla stanza, in cerca di un privé ombroso e morbido in cui perdere i sensi. Passano davanti gli occhi mille luci, facce allungate e colori altisonanti, e il risultato è che il club magicamente ricreato dalle canzoni sembra lo scenario di un sogno ad occhi aperti dove tutto è confuso e meraviglioso.
I sapori tropicali, profumati come la frutta sulle copertine di Toro y Moi e colorati come quelle di Washed Out, si mescolano sinuosamente a una psichedelia ingenua e ad un'atmosfera un po' sinistra che sarebbe stata perfetta per la colonna sonora di un ipotetico Twin Peaks, ma realizzato con un quarto del budget a disposizione.
Questo di Lamusa insomma è un debutto di tutto rispetto, che lascia sperare più che bene per nuove e future avventure in lo-fi.
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La recensione GREATEST HITS (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-12 09:00:00
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