Post -rock strumentale dalle atmosfere nebulose ma con venature energetiche
I Klimt Eastwood, per loro stessa ammissione, nel “EP 1.” propongono un rock quasi interamente strumentale “senza troppi grattacapi” in cui la chitarra elettrica e il violino la fanno da padrone. Le cinque tracce che lo compongono sono intrise di quell’atmosfera nebbiosa, tipica della loro Padania, cui contribuiscono non poco le classiche sonorità post rock.
Si inizia infatti con il brano di apertura “Ison vs the Sun” il cui feedback di chitarra elettrica introduttivo mette addosso una sensazione di suspense mista a tensione per proseguire con un riff ripetuto nella prima metà quasi come un mantra, e spezzato poi dal suono del violino. Segue un soffice intro a “Cortexiphan II” per arrivare all’unico brano cantato, dove la voce viene usata quasi come uno strumento musicale per accompagnare un riff non molto orecchiabile. Chiude “Rover” con un ritmo più soave fatto di arpeggi di chitarra elettrica su cui si innesta un violino che avrebbe potuto lavorare sulla melodia in maniera più efficace dando più forza al brano.
Il disco è ben suonato anche se i pochi cambi di sonorità e di struttura, alla lunga, tendono a far calare l’attenzione di chi ascolta. Arrivati alla fine di “EP 1” si rimane con la sensazione che i Klimt Eastwood potrebbero dare sicuramente molto di più cercando di curare con maggior attenzione le sonorità tra i diversi brani e le melodie, così si ispessirebbe una band già ben amalgamata.
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La recensione Ep.1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-21 00:00:00
COMMENTI (1)
w i klimttttttttttttttttt