Incerto su quale articolo anteporre al loro nome ("i" o "gli"?) opto per quello più lungo e vado alla ricerca di qualche parola convincente per descrivere l'esordio discografico di una promettente band lombarda, gli N.Flunders.
Gli scatti nervosi di questo gioviale quartetto ci dimostrano ancora una volta che lo sfogo attraverso il punk è ormai diventato tendenza diversiva più che concreto movente esistenziale, eppure l'esigenza di nuove proposte in questo genere musicale sembra ormai radicata nella struttura genetica di certa parte del flusso giovanile mondiale.
Incuranti dell'estetica sonora e assolutamente privi di qualsiasi pulsione sperimentale, gli N.Flunders disegnano impeccabili pasticci punkrock, dimostrando di dominare egregiamente tutti i clichè più alla moda, pur senza mai introdurre alcuna variante sul tema. Dodici brani che scorrono su un ritmo serratissimo, guidato da chitarre bene in vista tra distorsioni e sospensioni in palm-muting, in un susseguirsi esuberante di canzoni incalzanti come filastrocche e melodie degne di una easy pop band.
Un disco molto intenso, cantato interamente in inglese, con qualche pecca nell'interpretazione vocale e con testi che talvolta fanno storcere il naso per il modo ingenuo con cui vengono affrontate alcune tematiche psico-generazionali. Un lavoro tutto sommato prevedibile, che schizza tra MxPx e Blink182, trasportando fin troppe situazioni modaiole, ma con un risultato estremamente fresco e gioviale, a tratti addirittura convincente.
Non certo indispensabile, ma potenzialmente molto gradevole per chi apprezza queste cose.
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La recensione Honeymoon on the moon di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-05 00:00:00
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