Una bella sorpresa, che avrebbe anche potuto essere clamorosa: Z°g, al secolo Luca Candellero, scrive questa specie di lunga lettera in cui, in una decina di bozzetti, racconta la sua idea di vita nel nostro ‘poco raccomandabile’ pianeta. Lo fa in solitudine pressoché completa, armato solo di chitarra e apparecchiature elettroniche, con una padronanza dei mezzi decisamente sopra la media delle autoproduzioni che ci capita spesso di sentire. Il demo è registrato molto bene e le soluzioni di mixaggio sono varie e intelligenti, il che rende la combinazione di ritmiche ‘artificiali’ e di intrecci chitarristici che caratterizza lo stile di Z°g più che gradevole; si ascolti quindi l’introduzione nervosa di “James Dingo”, le armonie al vocoder di “Mi sveglio”, il blues in salsa trip-hop di “Oltre la città” e le irruzioni di chitarrismo abrasivo in “Granito”.
Anche il livello medio dei testi è decisamente sopra la media, lontano dalla verbosità che assale tantissimi aspiranti cantautori moderni e al tempo stesso mai troppo ‘asettico’ o essenziale nei bozzetti che tratteggia con le parole. Se c’è qualche appunto che ci permettiamo di fare a Z°g è il fatto che a lungo andare il disco suoni un po’ monocorde, in parte a causa della costante dicotomia chitarre-elettronica, in parte per la forse poca attenzione prestata alle linee melodiche, mai troppo articolate e, in fondo, poco varie. Con un paio di brani in meno e un po’ più di cura per questo genere di particolari (o per tessiture musicali come quelle della notevole conclusiva “Sto un po’ meglio”, in cui compaiono chitarre acustiche e, ci pare, batteria ‘vera’) il livello dell’album avrebbe sfiorato l’eccellenza. Così com’è è un buon lavoro, e un’ottima premessa a ciò che verrà.
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La recensione Musica da un pianeta poco raccomandabile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-26 00:00:00
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