Battaglie giuste e condivisibili ma "ironia moralizzatrice" un po' troppo tagliata con l'accetta, per una proposta musicale che per il resto non produce granché di interessante
Se devi cantare in italiano meglio che tu abbia qualcosa da dire, deve aver detto qualcuno ai Tuttonero!, che hanno preso l'indicazione alla lettera. Dal tempo libero che è talmente organizzato da non essere più tale alla spettacolarizzazione della cronaca nera, ai meccanisimi della paura che regolano la nostra società: tanti sono gli argomenti toccati dalla band piemontese, non di rado anche in modo condivisibile.
Immancabile, poi, la galleria di tipi umani che attraversa più di un brano del disco, soffermandosi in particolare ("Lo-fai", "Brunch") su quelli dell'alta-bassa-media borghesia e del cosiddetto "mondo alternativo", musicale e non. Ovvero i temi che di recente hanno fatto la fortuna di band come I Cani e Lo Stato Sociale, di cui i Tuttonero! danno una propria versione, certamente indipendente e sincera, ma priva del mordente e della capacità allusiva di cui le due band citate (da cui chi scrive, preciso a scanso di equivoci, è musicalmente quanto di più lontano si possa immaginare) hanno - se non altro - dato prova con i rispettivi progetti.
L'immaginario dei Tuttonero!, per chiarirci, è tagliato con l'accetta ("Lo-fai per scopare" basta come citazione?) e la loro "ironia moralizzatrice" (riporto dalla bio) non va molto oltre quella che normalmente si può trovare in qualsiasi bar di paese: il che andrebbe anche bene, se non fosse che, evidentemente, il pubblico a cui la band sembra puntare è più scafato ed erudito. Ergo: più difficile da conquistare.
Inoltre, troppo spesso si ha l'impressione che le pur giuste battaglie di cui questo esordio omonimo si fa propugnatore siano l'unica cosa degna di nota in una proposta musicale per il resto abbastanza sciapa, che pesca qui e là dai (anche qui cito dalla bio) "luoghi comuni del rock’n’roll, del garage, del blues, della psichedelia, della musica popolare" per non produrre sostanzialmente nulla di interessante, a parte qualche schitarrata con il tremolo che fa tanto western, e forzare la metrica dei testi su un cantato che di momenti di cantabilità ne ha ben pochi.
E non si tratta di essere pop a tutti i costi, o fini dicitori a tutti i costi: solo di tarare bene le proprie armi, prima di premere il grilletto. Perché altrimenti, anche se puntate sul bersaglio giusto, rischiano di mancarlo. O peggio, di fare cilecca.
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La recensione Tuttonero! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-11 08:00:00
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