Una musica totale dai contorni indefiniti
Si presenta come uno shoegazer incompiuto, Q*ing. Cita gli Slowdive e poi va in scia Yakamoto Kotzuga. Vagheggia pedegree post-rock e poi suona come una versione ultradilatata di un Indian Wells in notturna a Wimbledon. Sembra insomma tutto sbagliato in “Corey Feldman” - un titolo che richiama proprio l’attore dei “Goonies”. In realtà tutto è davvero buono. Q*ing si mostra in questo lavoro come un compositore dalle idee molto più chiare di quello che vuole fare intendere. Con quei riverberi stirati al massimo - i suoni che sembrano sbattere tra galassie distanti un universo o poco più - “Corey Feldman” regala qualche minuto di grande musica. La canzone che dà il titolo alla raccolta ha un crescendo malinconico di synth che non dispiacerebbe a James Blake. “U Don’t Need a Power Glove” insiste sul beat pigro e su una melodia dolente e mozzafiato, costruita su due note che da sole riempiono la stanza e travolgono di ricordi. Q*ing può diventare in futuro il nome giusto per tutti coloro che, reduci dalla risacca del dream pop, vogliono ritrovare il gusto per una musica totale dai contorni indefiniti.
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La recensione Corey Feldman EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-29 09:00:00
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