E’ racchiusa nella suggestiva immagine di copertina - e nelle tetre pareti, scrostate da un lirismo decadente e nichilista, come anche nel sinistro lucernario, percosso da suoni acri e taglienti - la cupa e lancinante bellezza del demo dei Laudano.
Il demo si compone di sette brani che si susseguono in un tripudio di inquieta genialità stillando penetranti tematiche esistenzialiste. Canzoni come “1999”, “Cadendo come petali” e “I sogni del poeta” sono intrisi da vibranti alchimie sonore che scorrono seguendo il timbro condottiero del vocalist Polonio, prorompendo atmosfere fumose e ritmi marziali. I solchi sono intrisi da frammenti di cruda poesia che raggiunge apici di straordinaria intensità ne “Il re ed il giullare”, un limpido capolavoro, un algido dardo che entra nelle viscere trafiggendo gli spasmi del vivere in una realtà grigia ed efferata (Il Re: “ L’accusa è di ignorare ogni sacra realtà. Disprezzare e maledire tutta la civiltà, la civiltà”. Il Giullare: “Io odio questo regno del signore, io odio tutto, sì, ma con calore. Questo mondo senza alcun sapore freddo ed iniettato di malvagità. E’ la cruda realtà”).
In un mondo invaso da alfieri del nulla, al cospetto di una band così ispirata non resta che inchinarsi e foraggiarne in ogni modo il talento! Assolutamente imperdibili.
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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-11-25 00:00:00
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