Una linea diretta, che mancava, tra synth e chitarra elettrica.
I pochi secondi che, durante un concerto, separano lo stato del "muoversi freneticamente" dall'inizio del pogo più ignorante e incazzato sono senza dubbio il locus amenus dei Black Balloons. "Sudden Attack", il primo lp del duo Biellese, è infatti composto da 10 tracce grezze e potenti che fin dai primi secondi di riproduzione ci lasciano a metà tra un headbanging cattivo ed estenuante e l'ondeggiare compulsivo che ci porta ad abbandonarci totalmente tra le braccia avvolgenti e sicure del suono profondo e ripetitivo della cassa della batteria.
Prodotto da VinaBros (Davide Diomede e Francesco Del Proposto) e Marco Barberis (frontman degli Invers), "Sudden Attack" unisce infatti due generi estremamente diversi tra loro: il rock e l'elettronica. L'unione fra suoni elettronici e frequenze elettriche, dove la chitarra distorta rincorre ipnotici suoni di synth guidati da colpi di fucile elettro, ci fa entrare in uno stato di inquietudine controllata e talvolta incoscente.
Il disco riunisce diverse influenze, dal rock delle origini all’elettronica da club, dall’attitudine punk all’energia di un rave party, raggiungendo una cifra personale decisamente riconoscibile. La prima traccia "Charlie Was" inizia con un beat martellante ricco dei power chord caratteristici di "Elephant" dei White Stripes, lasciando spazio alle chitarre acide stile QOTSA e al beat profondo e metropolitano del synth. Le influenze indie rock in stile Bloc Party caratterizzano molti intro delle canzoni ma lasciano progressivamente spazio a ritmi minimal e trance. In tracce come "I'm Sticky Like A Virus" e "Matchbox" le immagini evocate dal viaggio psichedelico all’interno del mondo della band prodotto dal beat martellante e insistente della drum machine sono serrate, ipnotiche e surreali.
I Black Balloons sono riusciti ad amalgamare e a dosare sapientemente tantissime sonorità discoranti tra loro derivanti da artisti cha hanno contribuito alla crescita musicale dei componenti della band: le voci cariche di echo di "My Fault" richiamano "Velociraptor" dei Kasabian, i numerosi breakdown e la carica energetica di "God Bless You" sembrano rubati ai Bloody Beetroots e "Killing lies", unico respiro acustico nell'album, riprende lo stile garage e total black dei BRMC.
L'ottimo esordio dei Black Balloons lascia dietro di sé una carica energetica che dovrà essere necessariamente sostenuta da nuove releases e da una fitta attività live, in modo da ottimizzare la ricerca sonora iniziata con "Sudden Attack" per evitare di inciampare nello scomodo industrial rock che vanificherebbe gli sforzi fatti finora.
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La recensione Sudden Attack di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-14 00:00:00
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