Due curiosi androidi dal caldo cuore di legno che si dilettano a giocare con i micro-suoni, tra rumorismi elettronici e irrefrenabili voglie acustiche
Se la Aut Records ha oltremodo investito su questo disco fino al punto di accoglierlo, per quanto massicciamente elettronico, nel proprio ovile di sole creature elettro-acustiche e tanto da supportarlo con una patinata uscita su vinile significa che evidentemente aveva qualcosa di buono da dire. E di buono c’è che il debutto dei Raccoglimento Parziale pullula di pigmentazioni sperimentali dalle marcate contraddizioni cromatiche, per quella sua morbosa commistione di toni caldi e freddi, di voglie acustiche su 6 corde e glitch-rumorismo di krautiana consistenza. Fraseggi pizzicati dal vago sapore mediterraneo si dissolvono all’interno di un ambient placidamente irrequieto come un bambino rapito dal primo sonno.
Stefano Meucci and Andrea Giachetti giocano con l’interazione cuore/transistor – sulla carta neanche poi tanto pioneristica – per codificare un linguaggio organico/digitale ostico ma per nulla ostile, asettico ma vivo, assemblato come un meccano di micro-suoni e lucidamente folle negli azzardi sintetici (pregevole l’uso dei samples), dove persino il didascalismo sonoro (“Screw and atoms between the toes”) il parossismo frequenziale (“The AndroidÔs Birth”) e la schizofrenia associativa (“We had wonderful clouds”) riescono a suonare concilianti.
Come una curiosa coppia di androidi dal caldo cuore di legno i due musicisti fiorentini fanno incetta di sensazioni, muovendosi tra Fennesz, Alva Noto e John Cage con un discreto tocco di personalità.
---
La recensione Homoheterogeneity di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-25 00:00:00
COMMENTI