Vincenzo Fasano è felice. E “Fantastico” è un disco felice.
Questo è il disco di un uomo felice. Di chi la felicità se l’è guadagnata soffrendo (“finalmente ho più paura di morire che di vivere”), di chi, nonostante tutto, ha scelto di continuare a deridere la vita (“ci lanceremo dai palazzi senza farci male, correremo contro i fili spinati senza sanguinare”). Urlando, rivendicando un’esistenza al contrario, teorizzando la fuga, cercando il calore del sole.
Vincenzo Fasano è un uomo felice. Che cerca un equilibrio possibilmente non stabile, che ha ancora tempo e voglia di arrabbiarsi. Perché felicità non è per forza sinonimo di serenità. “Fantastico” si muove attorno a una voce possente e sgraziata – piena zeppa di catrame, vino e calore – a testi dirompenti, a una costruzione sonora che abbraccia un piano di lettura piuttosto vasto. E se tra i primi vagiti del disco trovi il proto Franco Battiato (le note d’esordio di “Il presidente dell’universo”, titolo che forse ha intenzione di parafrasare “Il re del mondo”, sembrano dirigersi verso quella direzione), Fasano fissa poi i propri punti fermi attorno alle lezioni raminghe di Tom Waits o di Vinicio Capossela.
Senza dimenticare certi arrangiamenti (con relative orchestre) in grado di evocare il cantautorato colto degli anni ’60, quello in stile Rca, per intenderci (“Amami”, e anche la title-track). E basta solo quel po’ di attenzione in più per riuscire a captare persino il basso di Adam Clayton (ancora “Fantastico”) o la presenza per nulla ingombrante di Leonard Cohen (“Titoli di coda”). Vincenzo Fasano è bravo a mescolare tutto questo ben di dio e a creare canzoni ricche di pathos, complesse, pastose, quasi tutte ammantate da una straniante bellezza oscura. Già, “Fantastico” è un disco felice.
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La recensione Fantastico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-19 09:00:00
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