In una delle mie strisce preferite il fratellino di Mafalda, Nando, va ad aprire la porta e con gentilezza saluta l’estraneo che si trova davanti “Buongiolno, cosa vuole?”. Il signore con l’aria zuccherina e condiscendente di un adulto che si rivolge ad un bambino gli risponde “Buongiorno, vorrei parlare con una persona grande”. Nando si congeda con un “Subito”, rientra in casa, prende uno sgabello, ritorna alla porta, ci sale su e ripropone la frase che ha aperto il fumetto “Buongiolno cosa vuole?”.
I Mondosordo per me sono come Nando: dei bambini su uno sgabello che zittiscono gli adulti con la loro infantile serietà .
Forse in un cd si dovrebbero cercare l’abilità, il talento, la tecnica, le capacità e le motivazioni ma questo dischetto rosa ti distrae e fa si che si rimandi tal genere di analisi; ti fa dimenticare che sei lì per esprimere una modesta opinione e ti trascina dove non hai deciso tu.
Quello con cui si dilettano, muniti di chitarra, organetto, contrabbasso e batteria, è una specie di folk allegro e frugale, fatto di suoni caldi e avvolgenti che ti inonda di idee, giochi, raffinata ironia, nuvole, gioia e colori.
Canzoncine sgangherate con titoli lontani dalla logica (assolutamente Belli!) che hanno nel codice genetico il minimalismo sognante di Jonathan Richman ma che richiamano alla memoria anche i Quintorigo, con meno virtuosismi, e le prime visioni di Gaber, quelle non ancora infettate da una società ingombrante.
Brani senza dubbio imperfetti, pieni di ridondanze , di stonature e di orli da ritagliare ma attraenti e capaci di iniettare in chi li ascolta la voglia rara di sorridere senza ragione, solo per il piacere di farlo. A prescindere da QuelloCheVerrà e da QuelloCheNonVerrà è un bel risultato.
---
La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-12-12 00:00:00
COMMENTI