Alquanto emblematico, converrete col sottoscritto, intitolare “Underpop” un album di canzoni, quasi (?) fosse una dichiarazione d’intenti di quello che l’ascoltatore andrà ad ascoltare. E sono proprio i 24 Grana ad optare per questa scelta, senza fare mistero alcuno delle strade che interessa loro battere in questo momento. Non che ci siano chissà quali cambiamenti di rotta in queste 13 tracce, ma sono evidenti alcune metamorfosi; prima fra queste la scelta del vocalist di confrontarsi sempre più spesso con l’italiano, senza però accantonare l’uso della lingua napoletana, che è da sempre uno dei punti di forza della band. L’esperimento, a conti fatti, ci sembra ancora in fase embrionale - e probabilmente continuiamo a preferire l’uso del dialetto - ma ci riserviamo di stabilire un giudizio definitivo negli anni e nei dischi a venire.
Anche perché un esperimento acustico e molto vicino al cantautorato come “La neve” rappresenta un’ulteriore sfumatura di questo nuovo corso che ha molte più ragioni d’essere se a quanto scritto finora agganciamo anche il discorso relativo a quello che il quintetto definisce ‘paesaggi sonori’. In quest’occasione, infatti, il ricorso all’elettronica è prettamente funzionale ad un sound costruito principalmente sugli strumenti suonati. Non che la pratica risulti completamente nuova, considerando già il tentativo effettuato sui pezzi contenuti in “K-album”, ma inserire arrangiamenti d’archi e di fiati ci sembra un deciso passo in avanti. Non basta però lo sforzo finora profuso, perché i risultati qui presentati sono certamente perfettibili (“Il gattone” e “Torno ‘cca” si skippano dopo due ascolti), magari sulla scia di episodi come “Psiconauta”.
Convincono invece le sfumature ‘rock’, che occupano praticamente la prima metà del cd, magari meno ricercate nella loro evoluzioni però più incisive ai fini dell’ascolto. Menzione a parte meritano la riuscitissima “Luce e luna” e la chiusura di “Attenzione”, due brani che forse non pensavamo di poter sentire nel repertorio del quartetto per le atmosfere atipiche e tutt’altro che consone al tipo di groove a cui i Nostri ci avevano finora abituato.
Nel complesso, “Underpop” presenta zone di luce e ombra, anche se le prime prevalgono sulle seconde; certo non ci sembra sia un album accessibile - come il titolo potrebbe far sembrare e capire-, ma è di certo un’opera che segna un’altra tappa della crescita artistica dei 24 Grana. L’augurio è che tutte le idee rimaste inespresse in questo disco vengano sviluppate appieno alla prossima occasione. Chissà che già dal vivo…
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La recensione Underpop di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-11 00:00:00
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