Più che di una recensione si è trattato di un vero e proprio parto. Non è durato i canonici nove mesi, bensì “solo” un paio. Due mesi nei quali ho ascoltato più volte questi tre brani in cerca di qualche nota positiva da poter sottolineare. Niente da fare. Non me ne vogliano i CRVNA, ma questo loro demo proprio non mi è piaciuto. L’unica cosa che mi ha davvero colpito è la totale mancanza di originalità. Tutto già sentito, mille volte. Procediamo con ordine. I primi due brani strizzano l’occhio nei suoni a Rage Against The Machine e Red Hot Chili Peppers, con testi di stampo “militante”, un pericoloso incrocio tra 99Posse e Ska-P. Pericoloso perché battendo quelle strade, senza un briciolo di fantasia e di inventiva, si può rischiare di scivolare nella retorica, cosa che i CRVNA fanno sin dalle prime battute di “Obietto”, iniziando subito a parlare di un “Futuro migliore”, una frase o, meglio, un’accoppiata sostantivo-aggettivo già sentita troppe volte, fino alla noia. In “Un sogno la mia stella”, invece, si cambia registro, si ammorbidiscono i suoni, si parla di amore. E lo si fa in due, una sorta di botta e risposta con la cantante Gessjca Panato… [LUI]: “Saluto, sai, la mia fantasia, è rimasta in te la mia poesia, cerco il fulcro della mia pazzia, restare solo nell’ipocrisia”, [LEI]: “Ti cerco in tutte le canzoni, orizzonti, cieli, mari e fiumi, vesti ancora il mondo mio, con un sorriso, di colori e fiori”… [LEI]: “Mi sento strana”, [LUI]: “Mi sento strano”, e così via. Un duetto “zuccheroso” che trasuda melassa da tutti i pori, una canzone rassicurante, pulita, degna di un’apparizione a Sanremo. E lo dico senza ironia. Due più due fa quattro, lo sappiamo tutti. Si tratta di una ovvietà. Ma quanto è più bello e stimolante ascoltare qualcuno che ci prova a convincere che due più due fa cinque?.
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La recensione Mira di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-11 00:00:00
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