In questo disco la band mostra le difficoltà che si vivono davanti a un cambiamento. Dubbi, ricordi e nostalgia scorrono tra le note pop di ogni brano.
I Topi Non Avevano Nipoti sono al debutto con il loro primo album omonimo. La band romana con questo disco mostra le difficoltà che si affrontano di fronte a un passaggio e in particolare i cambiamenti che si presentano davanti al progredire dell’età, quando si entra nei fatidici 30. È un susseguirsi di emozioni che trovano nuove responsabilità, chimeriche prospettive e domande irriverenti che non lasciano respirare. Dubbi, ricordi e nostalgia scorrono tra le note di ogni canzone.
L’album si apre con il brano “Le Cavie”, loro primo singolo che porta in luce il significato esistenziale della parola “lavoro” nella nostra società: se non lavori sei out. Si passa ai giri acustici di “Quartieri”, un ritorno agli anni ’90 e alla nostalgia dei ricordi d’infanzia. “Il mondo, le radiazioni, l’inquinamento” dai ritmi pop scorre leggera; di fronte agli ostacoli e ai problemi si cerca sempre di trovare il capro espiatorio della propria insoddisfazione, quale che sia il mondo, le radiazioni, l’inquinamento. Sussegue spensierata “Non mi diverto più”, dove il vivere la quotidianità presenta qualcosa di diverso per passare ai toni più lenti e ritmati della batteria in “Sipario”. I toni indie pop vengono ripresi in “6 pm”, dove incombe l’appiattimento della routine; tra gli stereotipi antagonisti di ognuno di noi di “Sesso” e tra la fretta che scorre e coinvolge in un turbine esistenziale di “Tutta questa fretta”. La batteria segna l’inizio di “Istantanea” e continua a scandire le parole che tracciano una certa serenità anche di fronte all’istante, che nel momento stesso in cui viene vissuto già sfugge. Si passa poi ai toni più rock di “In Inglese” che richiamano lo sfondo della musica anglosassone. Infine, in “Io Resto uguale” si riassume l’essenza del percorso testuale del disco: di fronte ai vari cambiamenti, quella nostra identità profonda che così ci rende unici tra tutti resta uguale.
Con questo primo album la band riesce a mostrare, al ritmo di un pop sostenuto da strutture di chitarra, basso wave e testi profondi ed espressivi, la loro intima esperienza, vissuta alla luce del cambiamento. Si trovano a fare i conti con il loro lato da Peter Pan di fronte ai 30 anni. Questo primo disco, brano dopo brano non delude l’ascolto.
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La recensione I TOPI NON AVEVANO NIPOTI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-13 23:59:00
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