Eccolo, finalmente, il terzo album dei Montefiori Cocktail, dal titolo "Raccolta n. 3", marchiato V2 anziché Irma records. Poco conta, la sostanza rimane la stessa: come il titolo lascia programmaticamente intendere, si tratta della terza raccolta, prosecuzione e sviluppo dell'estetica che da sempre contraddistingue il lavoro dei fratelli Montefiori.
E' pura lounge, signori miei, e quindi mettetevi comodi, versate il Martini (preferisco il Bianco, ma fate voi), o - per i veneti - affidatevi al classico spritz, con Aperol o Campari, e chiacchierate amabilmente con chi vi circonda, sorridenti. Stavolta l'ho provato, testato. E che spasso.
Non cambia di una virgola, la proposta dei due fratelli... e diamine, perché dovrebbe!? Cosa chiedere di più della divertente versione di "Comment te dire adieu", qui proposta anche in una 'club version'?
Dopo la "Star wars" in dimensione 'spaghetti-western' presente nella "Raccolta n. 2", stavolta ripescano e rivisitano a suon di ottoni la sigla della vecchia serie tv cult "U.F.O."; ed aprono e chiudono rispettivamente con "Prego, accomodatevi" e "Per cortesia": puro, delizioso sbrodolamento malinconico da film con la Bardot, laddove in precedenza la dedica era rivolta a Edvige Fenech. Sulle stesse fascinazioni si muovono gli intermezzi di "Per cortesia" e "Moquette", mentre le brevi "Boboboo" e "Little fans" preferiscono la via più sbarazzina e rumbera.
E' anche musica da viaggio, volendo, adatta sia ad accompagnarvi in auto che al viaggio più 'mentale'; se per le vie del centro vedrete/immaginerete scendere dalle Alfasud zampe d'elefante, poco più in là al bar Borsa i mediatori in completo a quadri sorseggiano chi Sambuca chi un Punt&Mes, al cinema impazza Tomas Milian. Ognuno ci metta del suo, ché qui non ci sono mica solo anni '70: si può ben tornare più indietro, e state certi che non saranno Kekko e Kikko Montefiori a fermarvi.
Tropicalismo ("Zoi zoi"), funk moderno ma con un occhio alle strade della California e vocalizzi d'antan ("Tè verde"), un amore sconfinato per le colonne sonore di Umiliani, per il cinema (e la cultura) italiana degli anni '60 e '70, tastierine vintage, il sax che scorrazza imperterrito ed una padronanza ormai portentosa degli stilemi classici del genere, fanno dei gemelli Montefiori una garanzia.
Non è 'rock' - niente pogo, prego - né sconvolgenti novità; questa easy listening riesce utile al rockettaro che se ne intende, ma che agli ospiti invitati non può rifilare il live degli Zeppelin o - peggio ancora - i Sigur Ròs. E quindi, prima di una cena tra amici, giungono in soccorso i Montefiori, mentre la pasta cuoce, ad allietare l'amico filosofo alternative che mangiucchia un'oliva e sbircia la collezione di cd, l'amichetta architetto colla gonna alta e la calza variopinta, il padrone di casa al fornello e l'avvocata-che-presto-parte-per-Londra e non sa resistere a "questa la cantava Jimmy Sommerville", ma nemmeno al delizioso tormentone di "Mucha muchacha".
Perché Kikko e Kekko, ammettiamolo, ci sanno fare davvero in orario d'aperitivo.
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La recensione Raccolta n. 3 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-22 00:00:00
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