Il musicista ticinese prosegue nella sua ricerca di una defilata oscurità orchestrale a trazione elettronica, senza rinunciare a voglie cantautoriali
A ben tre anni di distanza da “Per Elisa” – un debutto che aveva palesato un’apprezzabile abilità nella riformulazione di un certo passato elettronico (e non solo) – il buon Ali Salvioni fortifica il suo progetto personale, Settore Giada, proseguendo nella ricerca di una defilata oscurità orchestrale a trazione sintetica, come del resto quell’enigmatica strofa che caratterizza la traccia d'apertura – “un erratico pensiero cristallizza la tua essenza / il colore definito naturalmente è nero” – sembra fotografare concettualmente al meglio.
Le cupe ossessioni in slow motion del disco precedente tornano rinvigorite e nuovamente impreziosite da rifiniture new wave/cantautoriali e da una mai repressa voglia di romanticismo darkeggiante che a questo giro si materializza nella cover della splendida “A Strange Kind of Love” di Peter Murphy, riplasmata atmosfericamente sulle vibrazioni di un hang. Il resto dei brani si divide tra concise astrazioni elettroniche (“Preludio”, “Notturno”, “Vollmond”) – ben calibrate per collaterali utilizzazioni visuali – danzerecce schizofrenie synthpop (“Kiss me”), ricercati acquerelli cantautoriali a metà strada tra l’ultimo Faust’O e i Japan (“Fermati con me”) e riempitivi remix di brani presenti su disco (segnalo quelli di Sophie Lilienne e The Natural Dub Cluster).
La voce del musicista ticinese continua, ahimè, a rimanere, quanto a espressività, il punto debole di un progetto musicale che sugli altri fronti, invece, denota estro, equilibrio e ammirevole memoria storica.
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La recensione Notturno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-31 08:00:00
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