Un grande album strumentale, in cui rivivono le suggestioni dei grandi compositori di soundtrack del Novecento.
Un album ispirato al mondo del circo, più al fascino che viene mediato da film e serie tv ambientate in esso ai primi del Novecento che a quello reale. Giocolieri, contorsionisti, acrobati sulla corda tesa, incantatori di serpenti e quant’altro sono i protagonisti di questo piccolo concept tematico strumentale. Di grandissima suggestione e alte qualità artistiche, va detto subito. L’eco vivida e vibrante dei grandi compositori di colonne sonore degli anni '60, '70 e '90 è ben presente e riconoscibile. In "The Magic of the Big Top" come non avvertire il debito con John Barry? In “The Contorsionist” e in generale nell’uso dei contrabbassi come non sentire l’influenza di David Arnold? In “Tightrope Walking” e “The Ringmaster” Stelvio Cipriani? In “The Mask of The Clown” Ennio Morricone? Curiosamente il ritornello di “The Jugglers” ha qualcosa di “Gli altri siamo noi” del Maestro Umberto Tozzi.
Monobjo dimostra grande padronanza dell’orchestrazione e della scrittura orchestrale e, benché i suoi modelli siano evidenti e debba ancora sviluppare un linguaggio pienamente originale (ho detto “pienamente”, il che vuol dire che comunque la sua personalità si avverte), ha tutte le qualità per diventare un nome importante e artisticamente significativo nell’ambito della musica per orchestra. Lo raccomando assolutamente.
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La recensione The Magic of the Big Top di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-04 08:00:00
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