Afterhours? Questa la domanda che l’attacco del disco dei Caldobrado si porta con sé. Ma già dalla prima canzone si capisce che la band di Manuel Agnelli & co. Abita lo stesso ‘paese’ - il rock italiano - ma certo non lo stesso ‘rione’. Infatti “Via da me” passeggia coi piedi nella sabbia di lidi più melodici, sempre col cielo uggioso e le barche a secco, l’estate lontana, ma anche con una brezza più tiepida e piacevole, e comunque in un panorama sonoro e lirico più semplice e tradizionale.
Canzone, certo, la forma che sicuramente ha dominato - a tratti tirannica - la musica popolare dell’ultimo secolo. Il gruppo emiliano la propone con uno stile tutto ricompreso nei canoni, con una realizzazione professionale e curata; la voce del cantante adatta e flessibile, e brani che riescono a non suonare terribilmente scontati, grazie anche a qualche buona idea compositiva (come ad esempio l’ andamento di “Piove”).
Ma non tutto convince: i testi spesso lasciano il tempo che trovano, alle volte certe impostazioni sanno di ‘già sentito’ e tutto il disco non riesce mai davvero a decollare, né per originalità - non era tra gli scopi, e ci mancherebbe ne dovessimo fare un dramma! - né per il puro e semplice piacere estetico o emozionale dei brani - e quest’ ultimo è un problema. Perché l’impressione che si ricava dai reiterati ascolti è quello di un buon ‘compitino a casa’, eseguito secondo le regole: scrittura ordinata, ben presentato, ma mediocre, banale, senza momenti veramente interessanti e/o coinvolgenti.
Se però siete alla ricerca di un disco fatto di canzoni rock melodiche, leggermente malinconiche, di impostazione classica e realizzazione molto curata, allora questi Caldobrado fanno proprio al caso vostro; ma noi. - permetteteci - ci riserviamo di attendere un lavoro un po’ più maturo, sviluppato e personale.
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La recensione Via da me di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-29 00:00:00
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