I Watch Them Burn riprendono a piene mani dall'heavy metal ma ne aggiornano l'ispirazione con variegate scelte stilistiche
L'allarme “pericolo teen-metalcore” non ha cessato di suonare finché non ho premuto play, per fortuna "Soul-R" ha spazzato via ogni mia preoccupazione sorprendendomi con un intro che ha delle forti influenze facilmente riconducibile agli ultimi Death, anzi, data l'impronta vocale, i Watch them burn hanno ascoltato moltissimo i Death e non lo nascondono affatto. Complessivamente il risultato è indubbiamente un interessante mash-up tra il death melodico americano e la prepotenza moderna del thrashcore o di quella che è stata la “new wave of american heavy metal”.
A discapito delle classiche influenze svedesi che hanno contaminato il metalcore, qui si attinge a piene mani dalla scuola americana; probabilmente niente di nuovo, ma la composizione non annoia e scorre molto bene. Probabilmente il tutto è imputabile alla scelta di preferire lo scream al growl profondo e inflazionato, oltre che alla forte presenza di un groove che ricorda i primi Machine Head.
I Watch them Burn hanno anche la capacità di sorprendere con variazioni musicali che non ti aspetteresti; come ad esempio in “My Country” dove l'approccio iniziale delle chitarre riesce a dare un'impronta quasi southern rock. Un lavoro, sì migliorabile, che ha delle buone basi e un discreto punto di partenza in virtù delle variegate scelte stilistiche, ancora da lontane da certa omogeneità, ma che fortunatamente sono in controtendenza rispetto al trend dell'ultimo decennio.
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La recensione Watch Them Burn di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-04 09:30:00
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