Un mio caro amico - “di quelli che se ne intendono” - sostiene che la parola “carino” associata alla musica acquisisca un pessimo valore. Secondo costui, infatti, non si può parlare di un cd, di un brano o di qualsivoglia espressione musicale definendola in quel modo, senza apparire ipocriti. Un po’ come quelli che odiano “un attimino”… ci siamo capiti no?
Eppure canzoni come queste tre degli StudioDavoli (la quarta è un divertente remix in chiave lounge ad opera dei Macchiato caldo) hanno un che di sbarazzino, minimale e trasognato, qualcosa che sta tra il cappuccino con brioche e l’aperitivo, tra la sigaretta fumata con non chalance e il chiacchiericcio intellettualoide di universitari in attesa di capire in che modo volgerà la serata. Le si può ascoltare mentre ci si lava via il sonno dagli occhi, con il letto ancora caldo dopo l’ennesimo “attimino” concesso alle coperte, oppure mentre si prepara il pranzo e non è ancora il momento di accendere la tv per il telegiornale, o, perché no, mentre si fa una breve pausa a base di teina tra un libro e l’altro, oppure, ancora, mentre si gusta uno spriz con disinvoltura.
Richiedono, insomma, rumorini aggiuntivi, creano e domandano atmosfera, consce del loro (efficacissimo) ruolo di sottofondo, e si accontentano di ciò senza pretendere un’eccessiva attenzione, intente a caratterizzare i dettagli, gli “attimini” che ognuno gode, senza quasi rendersene conto, nell’arco della propria vita in stato di veglia.
“Superpartner” – questo il titolo dell’EP in oggetto - è un buon biglietto da visita, non c’è che dire: un po’ Stereolab e un po’ Charlatans, un po’ tutto ciò che sa di lounge, cocktail, long drinks e via dicendo. Aspettiamo l’album e chissà che da semplici comprimari di serate “in divenire” gli StudioDavoli non decidano di diventarne i protagonisti.
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La recensione Superpartner (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-02-22 00:00:00
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