Ecco un gruppo italiano a cui il concetto di indie si addice alla perfezione e, per giunta, nel suo significato più avvolgente e pregnante. I Kech (da pronunciarsi come in “Marrakech”) vengono da Monza, città che loro, ironicamente, affermano essere famosa per “gran premi automobilistici e, ai bei tempi, per assassinii di reali”. Ad ogni modo, si tranquillizzino i giovani indie-rockers più ortodossi della nostra nazione: a dispetto del nome similar-africano, nessuna suggestione etno-world alberga nelle corde di questo “Are you safe?”. Infatti, la musica incisa in questi solchi è anglosassone fin nel midollo.
Il quintetto brianzolo, per il quale questo cd segna il debutto sulla lunga distanza, dimostra di aver compiuto un coscienzioso pellegrinaggio virtuale nelle città-chiave della East-coast americana, incamerando le lezioni stilistiche di gruppi quali Pixies e Pavement, visualizzando gli schizzi dei Sonic Youth meno cervellotici e ritrovando la spensieratezza delle Breeders (con cui condividere anche il cantato al femminile). Ma nel sangue dei Kech scorrono veloci anche tanti globuli britannici: in alcune delle tracce di questo disco (“Recording my thoughts” su tutte) c’è un fortissimo retaggio del ‘guitar sound’ di matrice twee, Sarah e Creation; c’è quell’Inghilterra pop deliziosamente nerd della seconda metà anni ’80; ci sono echi dei Pastels, bruciori di memoria Wedding Present, l’indole sbarazzina dei Talulah Gosh, le atmosfere celesti degli Stereolab di “Peng!”. In “Are you safe?” abbiamo appunto il piacere di assaporare queste abbondanti razioni di guitarpop fresco ma vigoroso, con frizzanti riff di chitarra che ricamano melodie in alternanza tra il corposo e l’etereo, in una prova discografica estremamente convincente, addirittura esaltante per i cultori di tali sonorità.
Rispondendo metaforicamente alla domanda posta dal titolo del disco, non posso che dirmi sicuro e tranquillo, se la bandiera dell’indie nazionale è nelle mani di validi vessilliferi come questi ragazzi.
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La recensione Are you safe? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-01 00:00:00
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